lunedì 13 maggio 2013

Standisti: portatori di socialità

Ciao a tutti!

Oggi sono reduce dai mercatini alla festa del Perdon di Clauzetto, paesino denominato il balcone del Friuli perchè dai suoi molti affacci si può scrutare dal golfo di Trieste fino ai colli Euganei, location davvero bella per presentare le mie creazioni.

Per la prima volta mi sono presa un bel diluvio ma per fortuna il mio gazebo e le sue pareti laterali hanno ben protetto me e le mie creazioni.
L'organizzazione aveva avvisato i partecipanti di munirsi di gazebi ed eventuali ripari per la pioggia ma allora come mai dopo il diluvio che è durato mezz'ora tutti gli standisti hanno smontato baracca e burattini e se ne sono andati?? già alle 15.30 le vie  del paese si sono svuotate e dei 50 stand che eravamo  siamo rimasti solo in 5-6. La gente, che si era rintanata nei bar o nelle corti, quando ha visto tornare il sole e la pace è tornata per le strade che però erano ormai deserte perchè gli standisti erano filati via.

Escludendo alcuni standisti che, esponendo lavori in stoffa,  se ne sono andati a casa con tutte le loro opere bagnate o inumidite dalle folate controvento di pioggia gli altri perchè non sono restati?

Il comune ci aveva invitato senza chiedere nessuna quota di adesione, ci aveva  accolto a braccia aperte aprendoci le strade del centro eppure chi prima e chi dopo tutti siamo andati via.

Penso che la missione dell'hobbista, o di chi in generale fà mercatini, sia anche quella di portare un occasione di socialità in paesi dove l'età media è in continua crescita, la popolazione cala sempre più, le case vengono abbandonate, i servizi sono ridotti ai minimi termini, un mercatino chiama la gente per le strade, porta le persone ad incontrarsi e a raccontarsi, a riscoprire posti dimenticati, poi non importa se non si compra niente, in realtà si porta comunque a casa molto.

Lo standista questo dovrebbe tenerlo bene a mente, siamo artisti, creativi, gente che cerca di arrotondare lo stipendio ma siamo anche portatori di socialità in un mondo dove ormai non si conoscono neppure più i nostri vicini di casa, non si saluta più con buongiorno o buonasera ma si gira lo sguardo; portare la gente per le strade ad incontrarsi è una bella sfida.






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